Perché, durante lo stesso shooting, non riesci ad ottenere delle foto uniformi, nemmeno quando lo sfondo e la posizione del set sono gli stessi? Ti spiego da cosa può dipendere, perché la tua macchina fotografica è in assoluta buona fede e che cosa puoi fare per rimediare direttamente sul set.
Stesso sfondo, stesso set ma foto difformi. Perché succede
Ci siamo: è il momento di fare le foto per lo shop e stai già guardando la macchina fotografica in cagnesco perché, come sempre, le foto verranno una diversa dall’altra. E probabilmente dovrai perdere una marea di tempo in post-produzione per sistemarle o, peggio, rassegnarti alle differenze.
Il set è uno solo: stessa posizione e stesso sfondo, eppure, una volta il fondo invece che bianco è giallastro, un’altra ancora verdognolo, poi la foto viene troppo chiara, poi scurissima e poi ancora l’ombra è diversa.
Se ti rivedi in questa situazione, c’è una buona notizia: la tua macchina fotografica non sta cospirando contro di te ma, anzi, che tu ci creda o no, sta facendo del suo meglio. Il punto è che per ottenere delle foto perfettamente uniformi tra loro nel corso di un intero shooting (o più) è necessario riprodurre le condizioni controllate di uno studio e, se non si hanno basi di fotografia, chiedere aiuto al libretto di istruzioni della tua macchina fotografica. Di seguito, ti spiego perché.
Come pensa la tua macchina fotografica
I motivi alla base delle differenze tra foto scattate sullo stesso set possono essere diversi ma se utilizzi la macchina fotografica in modalità automatica o semi-automatica – in parole povere, se lasci che sia lei stabilire tutti o quasi i parametri con cui scattare -, una delle ragioni è che la macchina è programmata per produrre ad ogni scatto la foto migliore possibile.
Mi spiego meglio. La luce che vediamo ha un colore: può tendere ad essere più calda, come quella di una candela, oppure più fredda, come quella di un giorno di sole, ed assumere delle tonalità azzurre. Semplificando, possiamo dire che questa tendenza verso un colore oppure l’altro è definita temperatura della luce.
Gli automatismi della macchina fotografica sono stati tarati in modo da restituirci un’immagine leggibile (quindi né troppo chiara né troppo scura) e dai colori il più naturali possibile. Se nella scena c’è una forte predominanza di un colore, come potrebbe succedere se stiamo fotografando una stoffa azzurra, è possibile che la macchina cerchi di compensare quello che per lei è “un eccesso di azzurro” correggendo il bilanciamento e finendo così per ingrigire il colore originale della stoffa.
Lo stesso ragionamento di “neutralità “ è alla base del calcolo dell’esposizione: la macchina, in automatico, è programmata per creare un’immagine che non risulti eccessivamente luminosa o scura. Per farlo, misura la luce riflessa dalla scena e non la quantità di luce emessa direttamente dalla fonte di illuminazione. Perciò, anche a parità di intensità della sorgente luminosa, secondo la macchina fotografica l’esposizione corretta varia in base al tipo di superficie che sta fotografando ed al suo colore.
Quindi, al bando gli automatismi?
Ni: gli automatismi sono un grande aiuto per chi non mastica nulla di fotografia ed è sempre meglio un risultato diverso dalle aspettative piuttosto che nessun risultato. Inoltre, le modalità semi-automatiche sono persino le più adatte in alcuni contesti. Ma se quello che stai cercando è l’uniformità, non si scappa: serve avere il controllo totale dei parametri di scatto che vanno quindi impostati manualmente.
Non solo: anche la luce deve essere sotto controllo. Se scatti con quella che entra dalle finestre, potresti avere la falsa percezione che questa rimanga costante per ore e ore perché il nostro cervello è programmato più per adattarsi che per trovare le differenze nella luce. In realtà, sappiamo che la luminosità del sole varia in base all’ora del giorno e ad altri fattori, perciò ottenere delle foto totalmente uniformi diventa difficile, specialmente se lo shooting si protrae nel tempo.
Serve per forza un corso di fotografia?
Dipende da cosa vuoi ottenere. Certo, se scatti in autonomia le foto per promuovere il tuo lavoro, saperne di più potrebbe esserti utile ed aiutarti a fare prima e meglio ma sono del parere che tutto deve essere proporzionato a quello che è il reale beneficio. Se hai appena avviato la tua attività, hai mille altre cose da preparare e la tua priorità è soltanto fare delle foto uniformi velocemente e con un buon esito, puoi limitarti a conoscere solo quello che davvero risolve questa necessità. Con una consulenza mirata, ad esempio, oppure provando a fare quanto segue.
Una soluzione: avere sotto controllo la luce e le impostazioni
Una possibile soluzione è la combinazione di questi accorgimenti: gestire il bilanciamento del bianco, scattare in modalità manuale (M) e creare una condizione di luce controllata, isolando il tuo set dalle altri fonti di illuminazione. Di seguito ti dò dei suggerimenti per fare tutto questo senza impazzire.
Bilanciamento del bianco e fonte luminosa controllata vanno a braccetto perché, come abbiamo visto, il primo si riferisce al colore della luce. Se illumini il tuo set con dei flash o delle lampadine di cui conosci la temperatura (sulla confezione o in un foglio all’interno dovresti trovare indicato un numero seguito da una K, ad esempio 2700 K, 4000 K, 6500 K), inserisci questo dato tra i parametri di scatto con l’aiuto del libretto della tua macchina.
Troverai le relative indicazioni consultando il capitolo del bilanciamento del bianco, dove vedrai indicate le varie modalità di impostazione tra cui scegliere. Cerca quella con il simbolo di una K, quindi selezionala e digita il numero corrispondente alla temperatura della tua luce. Va da sé che tutte le lampadine devono avere la stessa temperatura, perciò, se scegli di utilizzare la luce flash e opti per più fonti luminose, è meglio sceglierle della stessa marca.
Il o gli illuminanti che hai deciso di utilizzare devono essere l’unica fonte di luce che arriva sul set, altrimenti luci di temperature diverse rischierebbero di mescolarsi, causando aloni di colore differente.
Circa lo scatto in manuale, per impostarlo puoi procedere così: fai delle foto di prova del tuo set in modalità completamente automatica (di solito indicata da una P) e annota i valori relativi all’immagine che più ti soddisfa, in termini di esposizione e di qualità. Se non sono immediatamente visibili nell’anteprima della foto, di norma c’è un tasto i o info che permette di visualizzare questi dati.
Precisamente, i valori da segnare sono tre: tempo, diaframma e ISO ed anche se non ti interessa o non desideri approfondire di cosa si tratta, con l’aiuto del libretto puoi comunque riportarli tali e quali nell’impostazione manuale (M).
Va da sé che se nel corso dello shooting modifichi qualcosa (per esempio cambi la scena, la posizione delle luci o l’angolo di ripresa) l’uniformità potrebbe risentirne. Con questo non intendo dire che la struttura del set e le impostazioni inserite debbano restare per sempre le stesse ma è un accorgimento fondamentale per risolvere la specifica e particolare esigenza di cui ci stiamo occupando in questo post, e cioè dare delle linee guida generali per scattare foto il più uniformi possibile senza avere grandi conoscenze di fotografia né attrezzature professionali.
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